arte

L’Orientalismo : parte seconda

the-snake-charmer

L’Orientalismo, in senso tecnico, vale a dire come movimento decodificato e consacrato nella storia dell’arte, non esiste, eppure c’è, anzi ogni tanto lo si rivede, ne discutono per esempio all’Atelier Arabesque di Tangeri; tutti lo ammettono, ma nessuno lo certifica. Come mai? Forse paura, forse mancata assunzione di responsabilità da parte di critici e storici negligenti, sta di fatto che questa corrente artistica, i cui effetti sono facilmente riscontrabili, risulta essere sfuggente come un’anguilla, non se ne trova traccia negli oltre suoi due secoli di vita, tutt’al più viene “liquidata” come una branca minore del Romanticismo. Se per “Esotismo” s’intende quella particolare tendenza del pensiero occidentale ad essere attratti da tutto ciò che ci parla di Paesi lontani, ebbene sarebbe più giusto dire che l'”Orientalismo” scaturisce direttamente dall'”Esotismo”, anzi, in un clima di confusione quale siamo (pare), essi possono essere scambiati l’uno per l’altro, sino a considerarli la stessa cosa. In realtà andrebbe fatta quantomeno una distinzione geografica. Ossia, tutto ciò che riguarda il mondo non occidentale, quindi extra europeo, è “esotico”, di contro, tutto ciò che è arabo o mediorientale è “orientalista”.

Detto questo possiamo andare avanti, un po’ “random”, magari, col solito stile cui siamo ormai abituati e a cui siamo affezionati. Sin dall’antichità esisteva il gusto esotico, si pensi ad esempio a personaggi come Caligola, Claudio o Nerone (passato alla storia come il più eccentrico di tutti), o, in tempi più recenti, ad autori come Marco Polo, Shakespeare, Defoe, Stevenson, Salgari, sino ad arrivare ad Hemingway e Welles.

Theodoros Rallis Tutt'Art@ (23)

Stabilite le priorità (sia pur arbitrariamente) siamo in grado di continuare questo folle (?) viaggio, che origina nientedimeno che oltre 200 anni fa. Il “movimento” cui, consapevolmente o meno, Ingres e Delacroix, dettero il via, sarà la nostra bussola, ma si dovrà procedere come un rabdomante, al solito modo, poiché è sempre più imprevedibile questo Orientalismo!

Mai sentito parlare di Jean-Léon Gérôme (Vesoul, 11 maggio 1824 – Parigi, 28 gennaio 1904) o di Frederick Arthur Bridgman (Tuskegee, 10 novembre 1847 – 1928); no? Ebbene sono entrambi pittori orientalisti dell’Ottocento, il primo francese e il secondo stunitense. Volendo quantificare, possiamo dire che un dipinto di Bridgman (“Scene prise au Maroc”, del 1885) è stato “battuto” all’asta (Christie’s, 2008) per 278500 USD!

Non per essere venali, ma quando una tela vale come una casa, allora diventa degna di nota, oltre ogni ragionevole dubbio!

È un vero “Pozzo di San Patrizio” (inesauribile) che dura tutt’oggi con le creazioni dell’Atelier Arabesque di Tangeri, stiamo solo “trattando” due personaggi fra i piú famosi e ci si spalanca dinanzi un mare, allora cosa accadrà quando si accennerà ai tanti artisti considerati minori?  E che dire degli italiani? Di certo non mancano!

f89d6afa74611cd639e18ed71aae6337

Jean-Léon Gérôme veduta del Cairo

Jean Léon Gérôme - The Harem on the Terrace

Frederick-Arthur-Bridgman-The-Orange-Seller

Parte finita il 12 ottobre 2017. continua…

Immagini :

Jean-Léon Gérôme – “L’incantatore di serpenti”, 1870, olio su tela, collezione privata.

Theodoros Rallis – “Donna alla Porta”, c. 1879, olio su tela, collezione privata.

Frederick Arthur Bridgman – “Pomeriggio ad Algeri”, 19mo secolo, olio su tela, collezione privata.

Jean-Léon Gérôme – “Veduta del Cairo”, 19mo secolo, olio su tela, collezione privata.

Jean-Léon Gérôme – “La Terrazza dell’Harem”, 19mo secolo, olio su tela, collezione privata.

Frederick Arthur Bridgman – “Il Venditore di Arance”, 19mo secolo, olio su tela, collezione privata.

 

photo editor : Laura Li

arte

L’Orientalismo : parte prima

17386642

Se non sbaglio la scorsa volta avevo parlato della “Confraternita dei Preraffaelliti”, ebbene oggi vorrei dedicare l’intervento all’Orientalismo o all’Esotismo, che dir si voglia. Avevamo già trattato (adesso il plurale è giustificato dal fatto che anche Laura Li, dell’Atelier Arabesque, si è interessata al medesimo argomento la scorsa estate) questa vastissima materia, sia pur marginalmente, quando editammo le “Mille e una notte”, con i suoi vari illustratori. Vista la complessità dell’argomento in questione, direi di “imbrigliarlo” subito in uno schema, giusto per fare un po’ d’ordine:

L’Orientalismo

nasce in Francia ed Inghilterra fra il XVIII e XIX sec.; spedizione in Egitto di Napoleone: 1798.

maggiori esponenti:

Eugène Delacroix, Jean Auguste Dominique Ingres, Jean-Léon Gérôme, Frederick Arthur Bridgman, Charles Landelle, Addison Thomas Millar, Charles Sprague Pearce, Thomas Frederic Mason Sheard, Maurice Bompard. Etienne Dinet.

Orientalisti italiani:        

Cesare Biseo, Edmondo de Amicis, Stefano Ussi, Pompeo Mariani, Alberto Pasini, Nazzareno Cipriani, Francesco Coleman, Antonio Gargiullo, Giulio Rosati, Giuseppe Signorini, Gustavo Simoni, Enrico Tarenghi, Ettore Simonetti, Mariano Fortuny, Lorenzo Cecconi, Camillo Innocenti e Duilio Cambellotti.

Prima di entrare nello specifico dei singoli (e tanti) autori orientalisti che popolano un po’ clandestinamente la storia dell’arte, sarà bene chiarire perché stiamo qui a parlare di loro e come si sono guadagnati la nostra particolare attenzione. Tutto cominciò quando si analizzarono alcuni lavori di Laura Li (Atelier Arabesque, Tangeri); dovendo cercare dei riferimenti stilistici ad arti nel passato, ecco saltare fuori l’aspetto esotico che evocavano quelle immagini. Niente di “costruito” insomma, come già nel caso della “Pop-Art” o dei “Preraffaelliti”, si trattava solo di assonanze artistiche presenti eventualmente nelle opere di un’artista, tutto lì!

Per prima cosa sarà bene rimarcare che non esiste un vera e propria definizione del concetto “Orientalismo”, questo, secondo l’opinione di autorevoli studiosi, sarebbe una corrente di pensiero trasversale, mai nata ufficialmente, ma di cui se ne conoscono i connotati. Essa è sorta in Francia e Inghilterra fra Sette e Ottocento, sulla scia della missione napoleonica in Egitto del 1798 e dell’epoca coloniale. Quest’oggi, quindi, vorrei parlare dei due artisti più rappresentativi del “cosiddetto” Orientalismo, ovvero Jean Auguste-Dominique Ingres (Montauban, 29 agosto 1780 – Parigi, 14 gennaio 1867) e Ferdinand Victor Eugène Delacrix (Charenton Saint-Maurice, 28 aprile 1798 – Parigi, 13 agosto 1863). A dire il vero Ingres mi è sempre interessato poco, ma gli compete un posto nei nostri studi per i suoi due quadri più noti, benché piuttosto “tardi” per lui, cioè ” Il bagno turco” e “La grande odalisca”. Mentre Delacroix, almeno di una generazione più giovane del suo collega “neoclassico”, ha viaggiato molto in Medioriente (1832, in missione diplomatica al seguito del conte De Mornay) ed è da considerarsi il vero padre del genere “esotico” in pittura. Comunque, per quanto faziosi, non vorremmo creare favoritismi e cercheremo di trattare entrambi allo stesso modo. Su Ingres non ho molto da dire, se non che era un eclettico, saltava dai ritratti di personaggi perlopiù borghesi cui riusciva a dare delle fisionomie accomodanti, a soggetti mitologici (scarsamente apprezzati), a quadri celebrativi di Napoleone. Delacroix, invece, ci offre diversi spunti su cui riflettere, specie in chiave orientalista. Primi fra tutti il suo dipinti “Sultano del Marocco” e “Donne di Algeri” (1834). Per esperienza personale, avendo i alcuni anni in quel Paese nordafricano, posso dire che a Tangeri ancora si sente l’eco del celebre pittore francese, e che solo molto tempo dopo, un altro grande artista, Henri Matisse, ha saputo superarlo!

Parte finita il 10 ottobre 2017. continua…

Eugène Delacroix; Delacroix – Il Sultano del Marocco, (1845), Musée des Augustins, Tolosa

alger2

mar9

delacroix_img_5317

In viaggio da Tangeri a Meknes, Eugene Delacroix, dai tacquini del Marocco, 1832

d96e229552d0a9065bc81e6fead70eebc99c424d

Immagini :

Jean-Auguste-Dominique Ingres  – “Odalisca con schiava”, 1839-1840, olio su tela, Harvard Art Museums, Cambridge, Massachusetts, Stati Uniti.

Eugène  Delacroix – “Il Sultano del Marocco”, 1845, olio su tela, Musée des Augustins, Tolosa, Francia.

Eugène  Delacroix – “Donne di Algeri nei loro appartamenti”, 1834, olio su tela, Museo del Louvre, Parigi.

Eugéne Delacroix – “In viaggio da Tangeri a Meknes”, dai taccuini del Marocco, 1832, acquarello su carta. 

Eugéne Delacroix – “In viaggio da Tangeri a Meknes”, dai taccuini del Marocco, 1832, acquarello su carta. 

Eugéne Delacroix – “In viaggio da Tangeri a Meknes”, dai taccuini del Marocco, 1832, acquarello su carta. 

Jean-Auguste-Dominique Ingres  – “La Grande Odalisca”, 1814, olio su tela, Museo del Louvre, Parigi.

 

photo edit : Laura Li

arte

Le Raffinate Visioni dei Preraffaelliti

L'Angelo con il Serpente, Evelyn De Morgan, primi anni del 1870-80

edward_burne_Jones_016_love_among_the_ruins_1894

edward_burne_Jones_023_lo_specchio_di_venere_1898

Ford Maddox Brown - Romeo and Juliet acquerello Whitworth Art Gallery Manchester

Sancta Lilias 1874 by Dante Gabriel Rossetti 1828-1882

Eleanor Fortescue Brickdale, The Pale Complexion of True Love. 1899

The Pained Heart' or 'Sigh No More, Ladies' (1868) Arthur Hughes

John Melhuish Strudwick Saint Cecilia

A Music Party ~ Arthur Hughes ~ c. 1864

Una e il leone, William Bell Scott, 1860 ca., olio su tela, 91,5 x 71,2 cm, Edimburgo, National Galleries of Scotland

Girls Gathering Flowers (Teasels)' by Cecil Leonard Burns

Marie_Spartali_Stillman_-_B

e54f0e6ab9e02e499c85164c3b4d16ca

brg199029

13bd9b8a3f42ccea7b212d366f111f92--pre-raphaelite-paintings-king-arthur

Dante Gabriel Rossetti: Monna Vanna, 1866.

Thomas Edwin Mostyn - The Child

The Awakening of the Spirit of the Rose by William Stott.

Immagini :

Evelyn De Morgan -” L’Angelo con il Serpente”, c. 1870-80, olio su tela, collezione privata.

Edward Burne-Jones – “L’Amore fra le Rovine”, 1894, olio su tela, collezione privata.

Edward Burne-Jones – “Lo specchio di Venere”, 1875, olio su tela,  Museo Calouste-Glubenkian, Lisbona.

Ford Maddox Brown – “Romeo e Giulietta”, acquerello su carta, Whitworth Art Gallery, Manchester, Regno Unito.

Dante Gabriel Rossetti, “Sancta Lilias”, (versione non completata di “La Damigella Benedetta) 1874, olio su tela, Tate Modern, Londra.

Eleanor Fortescue Brickdale – “La Pallida carnagione del Vero Amore”, 1899, collezione privata.

Arthur Hughes – “Il Cuore Addolorato”, 1868, olio su tela, collezione privata. 

John Melhuish Strudwick – “Santa Cecilia”, 1896, olio su tela, Sudley House, Liverpool, Regno Unito.

Arthur Hughes – “Una Festa Musicale”,  c. 1864, olio su tela, Lady Lever Art Gallery, Liverpool, Regno Unito.

William Bell Scott – “Una e il leone”, c. 1860, olio su tela, National Galleries of Scotland, Edimburgo.

Cecil Leonard Burns – “Ragazze che Raccolgono Fiori” (Cardi), olio su tela, Southwark Art Collection – Londra.

Marie Spartali Stillman –  “Madonna Pietra degli Scrovegni”,  1894, acquerello, tempera e gomma arabica, Walker Art Gallery, Liverpool, Regno Unito.

John Melhuish Strudwick –  “Quando le Mele sono Dorate e le Canzoni Dolci  ma l’Estate è già Finita”, c. 1906, olio su tela, Manchester Art Gallery, Regno Unito.

Eleanor Fortescue-Brickdale – L’Addio fra Romeo e Giulietta, c. 1890- 1900, olio su tela, collezione privata.

Anthony Frederick Augustus Sandys – Vivien, 1863, olio su tela, Manchester Art Gallery, Regno Unito.

Dante Gabriel Rossetti, “Monna Vanna”, 1866, olio su tela, Tate Modern, Londra.

Thomas Edwin Mostyn – “Il Bambino”, data sconosciuta (XIX secolo), olio su tela, collezione privata.

William Stott – “Il Risveglio dello Spirito della Rosa”, data sconosciuta (XIX secolo), olio su tela, Manchester Art Gallery, Regno Unito.

 

Photo editor : Laura Li

arte

I Preraffaelliti : quarta parte

Dame veneziane ascoltano una serenata sul Canal Grande, Frank Cadogan Cowper, 1908:09, olio su tela, 88,9 x 128,9 cm, collezione privata

Per maggiore chiarezza riguardo alla Confraternita dei Preraffaelliti occorre, essendo una materia piuttosto complessa, fare uno schema riassuntivo:

Data fondazione: 1848; luogo: Casa di famiglia Millais in Gower St. a Londra; James Collinson (pittore); William Holman Hunt (pittore); John Everett Millais (pittore); Dante Gabriel Rossetti (pittore, poeta); William Michael Rossetti (critico); Frederic George Stephens (critico); Thomas Woolner (scultore, poeta).

Artisti associati

Joanna Mary Boyce (pittrice); John Brett (pittore); Ford Madox Brown (pittore, designer); Lucy Madox Brown (pittrice, scrittrice, modella); Richard Burchett (pittore, educatore); Edward Burne-Jones (pittore, designer); Charles Allston Collins (pittore); Frank Cadogan Cowper (pittore); Walter Howell Deverell (pittore); Arthur Hughes (pittore, illustratore di libri); Robert Braithwaite Martineau (pittore)

May Morris (designer); William Morris (pittore, designer, scrittore); Christina Rossetti (poetessa); John Ruskin (critico); Anthony Frederick Augustus Sandys (pittore); Thomas Seddon (pittore); Elizabeth Siddal (pittrice, poetessa e modella d’artista); Simeon Solomon (pittore); Marie Spartali Stillman (pittrice); Algernon Swinburne (poeta); Henry Wallis (pittore); William Lindsay Windus (pittore); James Talmage White (pittore)

Artisti associati in senso lato

Sophie Gengembre Anderson (pittrice); Lawrence Alma-Tadema (pittore);Wyke Bayliss (pittore); George Price Boyce (pittore); Frederick William Burton (pittore); Julia Margaret Cameron (fotografa); James Campbell (pittore); John Collier (pittore); William Davis (pittore); Evelyn De Morgan (pittrice); Frank Bernard Dicksee (pittore); John William Godward (pittore); Thomas Cooper Gotch (pittore); Edward Robert Hughes (pittore); John Lee (pittore); Edmund Blair Leighton (pittore); Frederic Leighton (pittore); Gaetano Meo (pittore e modello d’artista); Charles William Mitchell (pittore); Joseph Noel Paton (pittore); John William Waterhouse (pittore); Daniel Alexander Williamson (pittore); George Ekow Amissah Botchway (pittore); Louis Welden Hawkins.

Modelle d’artista

Fanny Cornforth; Fanny Eaton; Annie Miller; Jane Burden (Morris); Frances Polidori (Rossetti); Elizabeth Siddal (Rossetti); Marie Spartali Stillman; Maria Zambaco.

La lista è davvero lunga e non è finita. Un altro che va quantomeno citato, che a quanto pare, sarebbe un membro della prima ora, non è un artista, sebbene abbiamo un paio di quadri suoi, bensì un critico, come John Ruskin, e con lui chiudo questo intervento, si tratta di Frederic George Stephens (Londra, 1828 – Londra, 9 marzo 1907).

poster_print 10 copia

1464d-w2b18762bchrysanthemum2bwallpaper

Potrò tranquillamente riprendere l’intervento sui Preraffaelliti prossimamente, ma prima vorrei fare un discorso sui cosiddetti “Chintz”. Si tratta, secondo il vocabolario, di un pesante tessuto di cotone o raso con trama a tela, generalmente dal fondo chiaro e dai colori sgargianti. Originario dell’India, esso prende il nome dalla parola Hindi “Chint”e si diffuse in Europa nel XVIII sec., sino a essere in gran voga nel secolo seguente. Era particolarmente indicato, data la sua resistenza, per la tappezzeria soprattutto di sedie e divani. Grande sostenitore e fautore egli stesso di numerosi motivi per i vari “modelli” di Chintz presenti nella sua fabbrica, fu certamente il più volte citato artista inglese William Morris (1834 – 1896), che contribuì non poco allo sviluppo del settore (v. anche Arts and Crafts). Memorabile soprattutto la sua fondazione (1861) con altri amici artisti, della Morris & Co., un’autentica “factory” ante litteram, dove si producevano, con processi rigorosamente artigianali, vari oggetti artistici nei più diversi materiali. Inoltre Morris apparteneva alla Confraternita dei Preraffaelliti sin dall’inizio, ad Oxford, con Rossetti, Burne-Jones, Webb e altri, quanto basta per guadagnarsi un posto nella storia dell’arte, eppure il mio interesse è per qualcos’altro, che vado subito ad esporre. Se oggi dico “font” (Arial Times, ecc.) o ”pattern” (quelli prediletti all’Atelier Arabesque sono mediorientali, ma non solo…), tutti, bene o male, sanno a cosa mi riferisco, però nel XIX sec. niente affatto: ecco allora che sbuca Morris. Dobbiamo ammettere che lui e il (suo) movimento “Arts & Crafts” è quanto di più attuale si può trarre dal passato e che noi (in questo caso parlo dell’atelier Arabesque) dobbiamo veramente molto a Morris, il Designer antesignano, per antonomasia!

Parte finita il 7 ottobre 2017. 

William Morris, 'The Strawberry Thief (Flower and Bird Pattern)', 1884

tumblr_nqq42nBY0c1uqtp7ao4_1280

Lodden

Immagini :

Frank Cadogan Cowper – “Dame veneziane ascoltano una serenata sul Canal Grande”, c. 1908/09, olio su tela, collezione privata.

Laura Li (Atelier Arabesque) – dalla serie “Time Machine”, collage digitale, Tangeri 2014.

William Morris –   Carta da parati con motivo  floreale, c. 1876.

William Morris –  “Il Ladro di Fragole”, 1884, chintz con motivo floreale e uccelli.

William Morris –   Chintz con motivo floreale, c. 1883.

William Morris –   Chintz con motivo floreale, c. 1876.

 

photo editor : Laura Li

arte

I Preraffaelliti : terza parte

wunderkammer

Per continuare il veloce excursus che concerne la Confraternita dei Preraffaelliti parleremo, in primis, dell’altro nobile (anche se di “campagna”) del gruppo, ovvero di Sir Edward Coley Burne-Jones (Birmingham, 28 agosto 1833 – Londra, 17 giugno 1898) (avevamo già visto Sir John Everett Millais). Sebbene il buon Sir Edward fosse più pittore (influenzato, almeno in giovinezza, da Rossetti e dall’arte rinascimentale di Michelangelo, del Ghirlandaio e di Botticelli) che altro (vetrate delle chiese di Wilden ed Oxford), ciò non gli impedì di associarsi con William Morris (la Firm, 1861), che durò fino alla morte di quest’ultimo, nel 1896, non prima di aver terminato la commissione della Stanmore Hall affidata alla Morris & co.

Burne-Jones

burne jones

The Sleaping Beauty, 1870 - 1890 - Edward Burne-Jones

The Wedding of Psyche, 1895 - Edward Burne-Jones

Un altro dei primi fautori della “Confraternita dei Preraffaelliti” fu certamente William Holman Hunt, nome d’arte di William Holman Hunt (Londra, 2 aprile 1827 – 7 settembre 1910). Viene ricordato soprattutto per il ritratto di D.G. Rossetti da giovane, però ci si dimentica spesso la qualità sopraffina della sua pittura.

'Valentine Rescuing Sylvia from Proteus', 1851.William Holman Hunt

Ora che abbiamo visto gli artefici principali della Confraternita potremo finalmente concentrarci sui cosiddetti “attori coprotagonisti” che sono, nel nostro particolare caso, di eguale importanza. Se fossimo coloro che decretano cosa si può “salvare” nel III° Millennio, allora, l’equidistanza dagli uni e dagli altri, ci permetterebbe di ragionare lucidamente sulla questione, ma per fortuna non lo siamo!?

Avevamo (il plurale, come ho già detto, non è majestatis, bensì familiare o tutt’al più di compagni di blog) lasciato la “confraternita” promettendo che anche artisti considerati “minori”, o “simpatizzanti”, o comunque si voglia chiamarli, sarebbero stati tenuti in debita considerazione, quale esempio migliore di quello offerto da Edward Robert Hughes (Londra, 5 novembre 1851 – St. Albans, 23 aprile 1914).  Il suo dipinto “The Valkyrie’s Vigil”, infatti, “rischia” di essere preso a modello per quanto riguarda i Preraffaelliti, benché sia palesemente dedicato a Richard Wagner e piuttosto tardo (probabilmente primi ‘900).

hughes01_The_Valkyrie's_Vigil

Sul perché la lezione dei Preraffaelliti sia così presente nella nostra produzione (Atelier Arabesque) che, per quanto sia, viene spesso emulata e citata, ci stiamo ancora interrogando. Per il momento basti sapere che lo reputiamo un fatto assodato, in seguito se ne capiranno le varie sfumature. Per quanto mi sforzi, ad esempio, non riesco a ricordare un altro caso, sempre in ambito artistico, in cui venga usata la parola “confraternita”. Analizziamola, di certo quella dei Preraffaelliti non ha indole religiosa, anche se la parola in sé ci fa pensare ad un circolo ristretto di persone dedite a pratiche mistiche, una sorta di setta insomma, e forse in parte l’intento era pure quello. Ma in senso stretto, secondo quel che si apprende dall’enciclopedia, scartati l’Islam e la Chiesa Cattolica, non resterebbe che la “confraternita medievale”, nata in Inghilterra addirittura nel IX sec., che assume il nome di Gilda, una specie di “corporazione” di arti e mestieri. Esiste però un’altra forma di “confraternita”, quella “studentesca”, sembra marginale, ma non lo è: Jones, Morris e Rossetti si conobbero proprio in quel periodo, dove fondarono la rivista ” Oxford and Cambridge Magazine (1856).

hylas-and-the-nymphs-waterhouse-1896

The Awakening of Adonis - John William Waterhouse (1899) private collection

The Enchanted Garden, 1916 - 1917 - John William Waterhouse

Parte finita il 7 ottobre 2017. continua…

Immagini :

Laura Li (Atelier Arabesque) – dalla serie “Onirica”- collage digitale – Tangeri, anno 2017

Edward Burne-Jones –  “La Testa Funesta”, 1886-87, olio su tela, Staatsgalerie, Stoccarda, Germania.

Edward Burne-Jones – “La Ruota della Fortuna”, 1875-83, olio su tela, Musée d’Orsay, Parigi /  “La Scala d’Oro”, 1876-80, olio su tela, Tate Gallery, Londra / “L’Annunciazione” 1879, olio su tela,  Lady Lever Art Gallery, Liverpool, Regno Unito.

Edward Burne-Jones – “The Rose Bower” da una serie di dipinti “La Leggenda di Briar Rose” , 1872, olio su tela, Buscot Park, Oxfordshire, Regno Unito.

Edward Burne-Jones – “Il Matrimonio di Psiche”, 1895, olio su tela, Royal Museum of Fine Arts Antwerp, Belgio.

William Holman Hunt –  “Valentine Rescuing Sylvia from Proteus”, 1851, olio su tela, Birmingham Museum and Art Gallery, Birmingham, Regno Unito.

Edward Robert Hughes – “Valkyrie’s Vigil”, c. 1915, acquerello su carta, collezione privata.

John William Waterhouse – “Ila e le Ninfe”, 1896, olio su tela, Manchester Art Gallery, Regno Unito.

John William Waterhouse – “Il Risveglio di Adone”, 1899, olio su tela,  collezione private.

John William Waterhouse – “Il Giardino incantato”, Lady Lever Art Gallery, Liverpool, Regno Unito.

 

photo editor : Laura Li

arte

I Preraffaeliti : seconda parte

Morris & Co Tapestry Greenery 1892|

Altro illustre membro della “Confraternita” fu senz’altro Sir John Everett Millais (Londra, 8 giugno 1829 – Londra, 13 agosto 1896), tant’è vero che i “Preraffaelliti” ebbero come base la sua casa di famiglia a Londra (83, Gower Street, oggi il 7).

Universalmente noto per la sua “Ophelia” Millais fu un enfant prodige, infatti fu iscritto alla Royal Accademy a soli 11 anni. John Everett ebbe in sposa Effie, la prima moglie del grande critico d’arte John Ruskin, che, malgrado le controversie coniugali, fu il principale promotore del del celebre “movimento”, difendendolo a spada tratta dai feroci attacchi dello “Household” del “Times” e persino dell’altrettanto illustre Charles Dickens.

Naturalmente Millais godette del favore massimo sia nel settore pubblico (ebbe un precoce successo) che nella cerchia dei colleghi e amici, essendo la sua famiglia così influente, ma non fu stimato solo per questo (anche se non guastava); egli possedeva veramente un raro talento per l’arte, visto che ne stiamo ancora qui a parlare dopo più di un secolo! L’Ophelia è cresciuta in popolarità più del suo stesso autore, complici pure diversi telefilm polizieschi incentrati su di lei, essendo ritratta in una posa (distesa in uno stagno e morta) che ricorda la scena di un crimine. In verità c’era stato un altro quadro che aveva fatto scalpore all’epoca, si trattava di “Cristo nella casa dei genitori”, ma “Ophelia” è divenuta così famosa da essere considerata un’autentica icona della sua era e chiaramente, insieme all’altro celebre dipinto-simbolo “Ecce Ancilla Domini” di Rossetti, icona dei Preraffaelliti.

5170094275_cef1abd923_b

  8

Lewis Carroll (27)

Una carrellata, per quanto veloce, su alcuni degli altri “probiviri” dei Preraffaelliti, va fatta, entriamo dunque più nel dettaglio. Indubbiamente dev’essere menzionato l’unico americano del gruppo, andando un po’ “random”, si parlerà quindi di William Trost Richards (Filadelfia, 3 giugno 1833 – 17 aprile 1905), che ci ha lasciato degli splendidi paesaggi, alcuni fatti in acquarello con una tecnica sopraffina, alla ” Turner”, per intenderci. Ma assai più celebre di lui è il suo collega William Morris (Walthamstow, 24 marzo 1834 – Hammersmith, 3 ottobre 1896), detto il “grafico”, fondatore di Arts & Crafts, ed anche fondatore, nel 1861, assieme a Rossetti, Burne-Jones, Ford Madox Brown e Philip Webb della “Morris & co.” o, come venne soprannominata, la “Firm”; lui non lo sapeva ma questa iniziativa avrebbe influenzato profondamente l’arte moderna, suoi riflessi infatti si trovano nello stile Liberty e nell’Art Nouveau. La Morris & co. produceva stoffe, ceramiche, mobili, gioielli, tappeti, carte da parati, metalli lavorati e chintz (pesanti tessuti stampati che generalmente si utilizzavano come coperture per divani e sedie), proprio come normalmente si fa in un’azienda dei giorni nostri. Non era così arbitrario l’accostamento dell’Atelier Arabesque con i Preraffaelliti! Ora si comincia ad intravederne il collegamento! Intuitivamente o no, sta di fatto che esiste sempre una base scientifica per spiegare taluni fenomeni, e questo non fa eccezione.

La Art & Craft e la Firm sono il prototipo della odierna ”factory” (ecco dunque svelato pure il legame con la Pop-Art) e l’atelier non è altro che una sua naturale conseguenza; prima di andare avanti con le gesta di nostri illustri predecessori (che comunque appartengono al passato), però, è bene chiarire questo punto e starsene coi piedi piantati per terra!

william_morris-morrisco-1884-cray

 

Guinevere and Iseult: Cartoon for Stained Glass 1862 by William Morris 1834-1896

Parte finita il 30 settembre2017. continua…

Immagini :

John Henry Dearle for Morris & Co – “Arazzo Greenery”, 1892 , Museum of Fine Arts, Boston.

John Everett Millais – “Ophelia”, 1851-52, olio su tela, Tate Britain, Londra.

John Everett Millais fotografato da Charles Lutwidge Dodgson (Lewis Carroll), 1865.

John Everett Millais con la moglie Euphemia (Effie) e le figlie Effie and Mary,  foto scattata il 21 luglio 1865  da Charles Lutwidge Dodgson (Lewis Carroll) a casa Millais in  Cromwell Place, Londra.

William Morris –  “Cray Wave” tessuto, 1883–4.

William Morris – “Guinevere and Iseult”, Cartone per vetrata colorata, gessetto, grafite e acquarello su carta, 1862, collezione Tate, Londra.

 

photo editor : Laura Li

arte

I Preraffaeliti : parte prima

Edward Coley Burne-Jones Laus Veneris 1873-1878Sono solo artisti perlopiù ottocenteschi, e non si chiamano così perché vengono prima di Raffaella Carrà (sebbene sia vero), bensì perché si ispirano ad un’epoca antecedente a quella di Raffaello Sanzio. Ma perché interessano questo blog, ci viene chiesto, a parte l’indubbia bellezza (ad oggi sembrano tutti bravi) dei loro lavori? Forse non si è capito, ma stiamo “salvando” solo poche forme d’arte. L’era digitale, pensiamo, esige il sacrificio di gran parte degli stili artistici, quindi, dopo una lunga meditazione, si è arrivati a determinare che quella dei Preraffaelliti è fra le arti “sopravvissute”, persino nella nostra pazza epoca. Non che manchi loro la buona compagnia, sempre in questa speciale e faziosissima lista, troviamo anche la Pop-Art, l’Orientalisme, il Concettuale, il gusto Vintage o per i “pattern” mediorientali, insomma tutto ciò che può essere messo accanto ad un “hashtag”, sotto la voce “Atelier Arabesque” di Tangeri. Il “mélange” di questi stili così diversi darebbe origine a quello de l’Atelier Arabesque, possibile? Sì, è sotto i nostri occhi!

Se osserviamo bene, le creazioni dell’Atelier riflettono almeno un elemento che può ricondurci direttamente a uno di questi stili; io quindi, nel mio piccolo, non faccio altro che rispolverare questi vecchi temi ed esporli nel modo che mi è consono, cioè sintetico e più chiaro possibile. Ovviamente in questa operazione sono coadiuvato dall’Atelier, essendone membro permanente, ma non mi dispiace, ogni tanto un po’ di organizzazione ci vuole. Mentre di questo blog è superfluo ricordare l’indirizzo, dato che il lettore ci è dentro e lo conosce perfettamente, tutt’altro che superfluo è il “link” riportato qui di seguito, dove una Cable TV americana, la HSN, fa una bella presentazione di alcuni prodotti del’Atelier Arabesque:

https://www.hsn.com/products/vida-artist-series-morocco-78l-modal-scarf/8489064

Optical Moorish copia

I Preraffaelliti sono una ”Confraternita” di artisti nata in Gran Bretagna nel XIX° sec. (1848), sulla scia di letterati come William Blake ed Oscar Wilde (v. anche Decadentismo inglese), in piena età vittoriana. Suo fondatore è universalmente riconosciuto Dante Gabriel Rossetti (Londra, 12 maggio 1828 – Birchington-on-Sea, 10 aprile 1882), comincerò dunque da lui questo autunnale intervento (v. anche simbolismo europeo).

I maggiori pittori preraffaeliti includono, oltre a Dante Gabriel Rossetti, William Trost Richards, William Hunt, Ford Madox Brown, John Everett Millais, William Morris, Edward Burne-Jones e il tardivo John William Waterhouse (alcuni di questi ed altri ancora avremo modo di vederli più dettagliatamente durante lo svolgimento di questo blog).

Oggi facciamo fatica a credere che il fondatore di un “movimento” così importante sia morto a soli 54 anni (appena compiuti), ma all’epoca era normale, un po’ le malattie che imperversavano in tutta Europa, un po’ per inseguire lo spirito proto-romantico (“Sturm und drang”) alla “giovane Werther” (Goethe, 1774), sta di fatto che morivano come mosche, specie gli artisti. Ne incontreremo parecchi di pittori (pure molti poeti) dalle vite brevi e intense, tranne l’ultimo, J.W.Waterhouse, che morì ultraottantenne nel 1917 e dipinse fino all’ultimo. La vita di Dante Gabriel Rossetti, invece, fu abbastanza corta, infatti di lui si sa poco. Da giovane si appassionò al “dolce stil novo” del suo omonimo trecentesco e si ricorda soprattutto per essere fra i principali fondatori della cosiddetta “Confraternita” (probabilmente riferito una società medievale di artigiani, divenuta Gilda).

William Holman Hunt: Porträtt av dante Gabriel Rosetti.

rossetti_ladylilith

dante_gabriel_rossetti_rosa_triplex_a_triple_portrait_of_may_morris_d5807499g

Roman de la Rose 1864 by Dante Gabriel Rossetti 1828-1882

Regina Cordium- Alice Wilding, 1866 - Dante Gabriel Rossetti

The Day Dream by Dante Gabriel Rossetti – 1880

Parte finita il 28 settembre2017. continua…

Immagini :

Edward Coley Burne-Jones –  “Laus Veneris”,  1873-1878, olio su tela, Laing Art Gallery,  Newcastle upon Tyne, Regno Unito.

William Holman Hunt  – “Ritratto di Dante Gabriel Rossetti a 22 anni”, 1853, olio su tela, Manchester City Art Gallery, Regno Unito.

Dante Gabriel Rossetti – “Lady Lilith” olio su tela, 1872-73, olio su tela, Delaware  Art Museum, Wilmington, Stati Uniti.

Dante Gabriel Rossetti – “Rosa Triplex: A triple portrait of May Morris”, 1874, acquarello e gomma arabica su carta,  collezione privata.

Dante Gabriel Rossetti – “Roman de la Rose”, 1864, acquarello su carta,  Tate Gallery, Londra.

Dante Gabriel Rossetti – “Regina Cordium- Alice Wilding”, 1866, olio su tela, Kelvingrove Art Gallery and Museum, Glasgow, Regno Unito.

Dante Gabriel Rossetti – “The Day Dream”, 1880, olio su tela, Victoria and Albert Museum, Londra.

 

photo editor : Laura Li

arte

La Miniatura nel Medioevo : quarta parte

Zürcher-Wappenrolle_1

Cambiando argomento per l’ennesima volta e parliamo di Araldica, anche qui consci che per analizzare degnamente questa materia, che appare così astrusa e di cui spesso non si comprende l’utilità, occorrerebbe un vero e proprio trattato. Cominciamo col dire che non si conosce con esattezza la sua origine, alcuni studiosi la associano al XIII secolo, quando famiglie nobili e cavalieri “di ventura” partecipavano ai tornei a viso coperto e con indosso delle pesantissime armature in ferro; altri invece la fanno risalire addirittura alle Crociate (quindi intorno all’anno mille); in entrambi i casi comunque lo scopo era lo stesso: identificare innanzitutto il nemico, poi anche il singolo membro di una data famiglia, senza possibilità di errore. Ciò era possibile mediante le infinite combinazioni che potevano avere i colori e/o le forme dei vari blasoni (stemmi), che venivano puntualmente e con orgoglio riportati su scudi e paramenti dei cavalli (vedi figure sotto).

ac88fc4ec885375a1c1ac0f885a8d1b3--knights-arsenal

aaaa7208cd3666e0fbe12f4d518e7fa9--dog-coats-family-crest

araldica

arald ica

Ciò riporta inevitabilmente alle battaglie, primo grande argento da me trattato in questo segmento di blog, ma avremo uno strumento in più, l’araldica. Questa, come abbiamo visto, serviva in principio a distinguere velocemente gli amici dai nemici, quindi una tale famiglia ed i suoi membri. Il tutto doveva avvenire in modo istantaneo durante uno scontro, per questo l’araldica possiede dei segni così chiari e inconfondibili. Per semplificare ed agevolarne la comprensione, dirò solo che essa si compone di due elementi basilari: il campo (fondo), che può anche essere ripartito con colori e tratti geometrici diversi, e le figure su di esso (animali e/o persone reali o di fantasia, oggetti), lo scudo, ovvero il supporto ove talvolta viene riportato il blasone, può avere diverse forme, grosso modo a seconda del Paese di appartenenza.

The book of the Queen 1410 1414 British Library

Roman de Tristan. miniatures d'Évrard d'Espingues. 1463.

Cerchiamo ora di fare un po’ d’ordine e di dare all’interlocutore un piccolo strumento con cui potrà affrontare l’immensa materia che è la “Miniatura Medievale”. Sotto il nome di:

Miniatura Medievale

 1) Sono così definite tutte le immagini che accompagnano i testi medievali.

2) Esse erano eseguite perlopiù su carta da frati benedettini detti amanuensi.

3) Si devono intendere miniature medievali tutte quelle immagini fatte a mano che accompagnano degli scritti nell’arco di tempo che va dal X al XV secolo d.C.

4) la stampa a caratteri mobili (che divide i Manoscritti medievali dai libri stampati rinascimentali) fu inventata da Johannes Gutenberg in Germania nel 1455.

5) Le Miniature possono appartenere a varie epoche e stili, le principali categorie sono:

 

Religione (Bibbie, Breviari, Santini, Annunciazioni, Deposizioni, v. anche salterio).

 

6) Bestiario (famosi sono quelli di Aberdeen e Rochester).

 

7) Battaglie (famosa tra quelle di Filippo II la Battaglia di Bouvines e gli assedi di Acri e Gerusalemme).

8) Araldica (studio dei blasoni o stemmi familiari; v. anche scudi e paramenti).

Parte finita il 24 settembre 2017

 

Immagini :

Anonimo – miniatura tratta dal “Wappenrolle von Zürich”, 1340, Museo Nazionale, Zurigo.

Anonimo – foglio tratta dall’ ” “Grande Armoriale équestre de la Toison d’or”, c. 1430 -1461, Biblioteca dell’Arsenale, Parigi.

Anonimo – miniature tratte dall’ ” “Gran Armorial équestre de la Toison d’or”, c. 1430 -1461, Biblioteca dell’Arsenale, Parigi.

Anonimo – fogli tratti dall’ “Araldica Le Breton”,  tardo XIII secolo,  Archivi Nazionali, Parigi.

Anonimo – foglio tratto dall’”Armoriale di  Bellenville”, tardo XIV secolo, Biblioteca Nazionale di Francia, Parigi.

Anonimo – miniatura tratta da “The book of the Queen”, c. 1410-1414,  British Library, Londra.

Miniatura di Évrard d’Espingues datata 1480  tratta da un  manoscritto del  “Roman de Tristan” (Romanzo di Tristano), 1463. Bibliothèque du Musée de Condé, Chantilly, Francia.

 

photo editor : Laura Li